Dr. Antonio Corti Sepcialista in chirurgia del naso

La mia Storia

Mi chiamo Antonio e penso possa interessarvi la mia Storia Professionale e ve la racconto come potrei raccontarla ad un amico che volesse conoscermi meglio.

Ho cominciato a pensare di fare il "Dottore" dopo aver accantonato altre aspirazioni infantili e adolescenziali, quali: il pompiere ed il calciatore. In famiglia c'era uno zio medico e si respirava l'importanza della sua posizione; era il nostro riferimento un po' per tutto, non solo per la nostra salute. Insomma era importante. Terminato, quindi, il Liceo Scientifico, mi iscrissi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano e, dopo sei anni, sempre più convinto della mia scelta, mi laureai con una tesi sulle Vertigini (argomento di Otorinolaringoiatria), con un bel 108/110. Certo, un 110/110 e Lode sarebbe stata la massima aspirazione, ma io ero felice perché, dopo l'Esame di Abilitazione Professionale, avrei potuto fare il "Dottore", come mio Zio Luigi.

Frequentavo già da qualche tempo il Reparto di Otorinolaringoiatria dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano, ecco il perché della tesi sulle Vertigini, e mi trovavo proprio bene; avevo colleghi bravi e simpatici ed un primario eccezionale, sia per le doti umane che professionali; era il Professor Enrico De Amicis. Nel volgere di pochi mesi, mi iscrissi alla Specialità di O.R.L. e Patologia Cervico-Facciale, presso l'Università di Pavia e, fui assunto al "Fatebene" con un incarico di Supplenza; quello, fu uno dei giorni più belli della mia vita. Mi accorsi, ben presto, che ero decisamente attratto dalla Sala Operatoria; mi piaceva partecipare agli interventi chirurgici, sentivo di essere, dentro, un Chirurgo. Ma, proprio la scoperta di questa mia inclinazione, mi portava a soffrire ogni qualvolta non trovavo spazio in Sala e, ancor peggio, a desiderare ruoli di maggior responsabilità negli interventi, che non fossero le solite adenotonsillectomie. Passati tre anni, ottenni il Diploma di specialità a Pavia con il punteggio di 50/50. Niente male, vero? Nella nostra Specialità ci sono tre branche di pertinenza chirurgica: il collo, l'orecchio ed il naso; i primi due erano stabilmente monopolizzati dagli "Anziani", Primario, Aiuti e Assistenti di "lungo corso"; bisognava accontentarsi, si fa per dire, di praticare una Tracheotomia all'inizio o le suture finali. Anche l'aver frequentato per tre anni Corsi di Chirurgia sull'Orecchio Medio, in Spagna ed in Francia, non mi spalancò le porte del "paradiso"; c'era sempre qualcuno davanti, oltre al Primario, che non era neppure in discussione. Decisi, allora, come la volpe di Fedro con l'uva non ancora matura, che quella chirurgia da "Orologiaio" non faceva per me. Punto e basta.

Mi accorsi, solo allora, di non aver tenuto nel dovuto conto il Naso. In effetti gli interventi che lo riguardavano erano spesso "snobbati" dai più anziani che te li rifilavano volentieri. Mi buttai all'incetta di setti nasali da raddrizzare, turbinati da ridurre e polipi da togliere. Purtroppo, per queste Operazioni, veniva molto spesso utilizzata l'antisala operatoria, solo più raramente la Sala Grande, e lì , si poteva operare solo in Anestesia Locale; ma a me, pur di operare, andava benissimo. In quel periodo, mi ero anche iscritto alla Specialità di Chirurgia Plastica - Ricostruttiva, a Milano, che frequentai per due anni su tre; che asino sono stato, ma non potevo rispettare l'obbligo di frequenza del 3° anno, pazienza. Imparai, però, a cimentarmi nelle ricostruzioni di zone del collo dopo interventi di laringectomia, e, soprattutto conobbi e frequentai colleghi Plastici che praticavano Rinoplastiche. Tutto fieno nel pagliaio!

Dottor Antonio CortiL'evento più importante, determinante per il mio futuro professionale, fu, però, un corso che seguii a Bologna, organizzato dal professor Sulsenti che, dopo anni di esperienza negli Stati Uniti, portò in Italia, per la prima volta, la "Rinologia" ed il suo Guru: il Professor Cottle. La RINOLOGIA era tutto ciò che riguardava il NASO, in particolare, l'aspetto chirurgico, ma con un'impostazione completamente diversa e nuova. Il Naso era finalmente considerato, e quindi curato, come un Organo, come la laringe, l'orecchio, il cuore o il fegato! Mi appassionai subito e mi gettai con tutto l'entusiasmo che avevo a frequentare corsi, dovunque fossero, in Italia o all'estero, ritagliandomi ben presto uno spazio fra i principali cultori nazionali della materia. Nel trascorrere di pochi anni, venni invitato a Corsi e Congressi come Relatore di argomenti sempre meno secondari. Anche nel mio Reparto ero diventato un punto di riferimento per le problematiche nasali ed il mio Primario mi affidava alcuni pazienti. Avere la sua stima e la sua fiducia era, per me, il massimo della soddisfazione; mi portò anche in Casa di Cura per collaborare con Lui chirurgicamente su casi particolarmente complessi. Ero su una nuvoletta. In Ospedale, riuscivo ad operare in anestesia generale anche nell'Antisala, perché avevo conquistato le simpatie del Primario Anestesista, grande esperto di Storia Longobarda, che, durante gli interventi, mi erudiva su eventi che sembrava aver vissuto in prima persona, come si trattasse di una sorta di reincarnazione.

La Rinologia vedeva il Naso nella sua completezza estetico-funzionale pertanto, seppur timoroso, mi lanciai anche nelle mie prime correzioni estetiche. In questo passaggio mi furono di grande aiuto alcune Persone che non dimenticherò mai: il mio Primario, che mi affidava casi in Ospedale, dicendomi: "Non puoi che migliorarlo, peggio di così non può venire"; il Prof. Sulsenti che, sempre prodigo di consigli, anche in diretta telefonica mi dimostrava stima ed affetto; il Dott. Gasparini, che mi ospitò più volte a Cittadella di Padova, facendomi toccar con mano le fasi più delicate degli interventi ed il Prof. Lionello Ponti di Roma, il chirurgo delle Dive cinematografiche ma anche di chi non aveva disponibilità economiche. Con Lui frequentai sia la Casa di cura ai Parioli che il Reparto Ospedaliero, di cui era direttore. Che Persone! Quanta capacità, quanta professionalità, quanta umanità e quanta disponibilità ad aiutare chi, come me, stava scalando una montagna impegnativa ma affascinante. Tutto sembrava filare per il meglio quando si verificò un evento molto triste: la morte del mio Primario. Mi sentii un po' orfano; mi mancava il suo incontro quotidiano, il suo incoraggiamento, la sua saggezza ed il suo affetto. Ricordo con commozione le parole del prof. Sulsenti: "Il suo Primario era un padre, per lei, ora, se accetta, vorrei esserlo io". Ne avevo proprio bisogno!

Un mio collega e amico Anestesista, il dott. Giuseppe Magni, mi propose di collaborare con due Centri che si occupavano di chirurgia estetica, per quel che riguardava le rinoplastiche. Non mi feci certo pregare, anzi vidi in Lui il segno del destino amico; mi presentai e cominciai quasi subito ad operare per loro che apprezzavano il mio modo d'interpretare la chirurgia rinologica estetica; in particolare l'equilibrio fra la ricerca del miglioramento fisionomico ed il rispetto della funzionalità. Sempre grazie al dott. Magni, conobbi chirurghi plastici che, inizialmente, mi chiamarono per collaborare nella fase funzionale dell'intervento, poi mi affidarono casi rinologicamente molto complessi. La strada si allargava e, dopo 14 anni di attività ospedaliera, mi resi conto che non riuscivo a gestire contemporaneamente anche l'attività privata. Feci la mia Scelta! Anche se sconsigliato e osteggiato da amici, colleghi e parenti, anche lo zio Luigi non era d'accordo, mi dimisi dall'Ospedale. Lì dimostrai il mio carattere e rischiai da solo. Mi andò bene! La gente cominciava a conoscermi, il mio nome girava ed i pazienti aumentavano; anche i colleghi Plastici mi erano amici e qui dovrò sempre ringraziare il mio Primario che mi aveva sempre ripetuto: "Fai bene ad occuparti di rinoplastiche, ma non allargarti ad altre problematiche estetiche, salvo le Orecchie a Ventola, così non ti farai nemici. Resta sempre un Otorinolaringoiatra". Parole sante! Cresceva il lavoro e crescevano i riconoscimenti sotto forma di inviti a Corsi, Congressi e Simposi come Relatore o Docente. Era venuto il momento di fare il salto!

Dottor Massimo MontemagnoAl mio fianco, erano cresciuti giovani colleghi che si erano, anche loro, appassionati alla Rinologia, ed io ero il loro fratello maggiore; uno di loro, il Dott. Massimo Montemagno, è tuttora al mio fianco ed è un collaboratore fidato e capace; pensammo, insieme, di organizzare un Corso tutto nostro : "Il primo Master di chirurgia estetico-funzionale del Naso". La sede scelta fu l'Isola d'Elba e, animati da un grande entusiasmo, dopo aver ottenuto l'appoggio dei miei grandi Maestri e del compianto Carlo Zaccanti, responsabile della Storz di Bologna, mettemmo in moto la macchina organizzativa; invitammo colleghi stranieri che avevamo conosciuto in un precedente Corso a Dubrovnik; il cast era di tutto rispetto: Prof. Giorgio Sulsenti e Prof. Lionello Ponti per l'Italia, Prof. Jochen Gosepath (Germania), Dott. Slobodan Yugo e Dott. Norman Pastorek dagli Stati Uniti e, quasi dimenticavo, mi ero infilato anch'io fra gli eletti. Operammo, in diretta, per quattro giorni; gli iscritti erano entusiasti, sia per la qualità della manifestazione che per l'ambiente di familiarità che si era creato fra di loro e con i docenti. Fantastic! Ero entrato in un circuito internazionale di Rinologi di fama. Venni, infatti, invitato in Francia, in Germania, in Spagna, in Austria oltre che in Italia. Due anni dopo ripetemmo l'esperienza con un Secondo Master, questa volta a Sestri Levante, in provincia di Genova, dove vennero invitati altri esperti della Rinologia Internazionale come: Ishida dal Brasile, Ajach e Saban dalla Francia e colleghi italiani come Bernabei e Mazzola, oltre ai miei maestri di sempre; naturalmente, anch'io mi misurai chirurgicamente con loro e senza sfigurare.

La strada era spalancata ed io, fra inviti a Corsi e Congressi, cominciai a ritagliarmi uno spazio di specifica competenza su un argomento che ancora oggi mi affascina e mi stimola alla ricerca: la Chirurgia Secondaria Ricostruttiva dei Nasi. Si tratta di affrontare situazioni compromesse da malformazioni, da traumi, da precedenti interventi non fortunati, con l'intento di ripristinare, al meglio possibile, sia la funzione respiratoria che l'aspetto fisiognomico, cioè l'inserimento estetico del naso nel volto. Abbiamo sperimentato soluzioni diverse, utilizzando anche vari materiali sintetici e ricercando nei risultati ottenuti i motivi sia dei successi che degli imprevisti capitati. È importante capire il perché degli insuccessi e dove, effettivamente, si nasconde un errore di valutazione, di programmazione piuttosto che di esecuzione. Questo è stato uno degli argomenti base del nostro ultimo Master Internazionale che abbiamo organizzato, ancora a Sestri Levante qualche anno dopo. Il mio percorso non si è mai interrotto; gli aggiornamenti, le partecipazioni a Congressi e Corsi, la frequentazione di colleghi e amici rinologi sia in Italia che all'estero continuano ad essere presenti nella mie agende. Ma uno dei momenti più emozionanti l'ho vissuto recentemente, quando sono stato invitato dai docenti di otorinolaringoiatria di Milano, i Professori GIOVANNI FELISATI e LORENZO PIGNATARO, a tenere una LEZIONE MAGISTRALE ai medici specializzandi dei 4 anni sull'argomento la SETTORINOPLASTICA. La mia storia di Medico per ora è questa e, visto l'entusiasmo che ancora anima sia me che i miei fedelissimi collaboratori (ed è il caso di ricordare anche il giovane e prezioso dott. Riccardo Pozzi), spero prosegua ancora a lungo. Certo che se mi volto indietro e mi rivedo irrequieto assistente con incarico di supplenza ospedaliera al Fatebenefratelli, mi si inumidiscono gli occhi per la commozione e mi pervade un senso, penso legittimo, di orgoglio.


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